Il DNA-Visivo

Franco Fossi e il DNA visivo della Gioconda

Recentemente, l’interesse della critica d’arte e di alcuni organi di informazione ha iniziato a rivolgersi verso una singolare riscoperta nell’ambito dell’arte contemporanea in rapporto al Rinascimento, in particolare alla Gioconda di Leonardo.

Si tratta di quarant’anni di lavoro di un artista empolese, Franco Fossi, singolare per la sua opera di straordinario interesse ma appartata e silenziosa.

Nel 2009, esposizioni di alcune opere di Franco Fossi nell’ ambito di “ Joconde.

Da Monna Lisa alla Gioconda nuda ”, allestita nel Museo Ideale Leonardo Da Vinci con questo testo di sintesi :

 

FRANCO FOSSI, nato a Empoli nel 1955, fin dal 1971-72 lavora nell’orbita della contemporaneità del passato nel presente, con un soggetto-matrice dominante: la “ Gioconda ”.

Con questo riferimento emblematico e metodologico, ha realizzato un gran numero di opere (disegni, pitture, sculture), ma spesso senza esporle, per quella “ clandestinità ” che  Marco Hagge ha analizzato in parallelo al suo lavoro video-cinematografico.

Rare quindi le esegesi critiche ( da Vittorio Sgarbi a Luigi Meneghelli ) e le mostre antologiche, come quella di Verona 2006: “ Sotto il segno della Gioconda. L’origine oltre il visivo 1972-1990 ”.

 

IL DNA VISIVO DELLA GIOCONDA

Si tratta di un’intuizione originale, innovativa e anticipatrice.

Poiché l’opera d’arte è fatta di segni in quanto elementi di riconoscibilità, la ricerca di un “ DNA visivo ” è fondamentale come codice espressivo e generativo, che trasforma l’icona simbolica della Gioconda in alfabeto arcano di “moduli, nuclei, atomi, microchip” che si intrecciano all’infinito, in una continuità rituale e creativa, astraente, fino alla clonazione in variazioni di morfogenesi.

 Nel 2010 alcuni esempi della ricerca di Fossi sono state esposti al SACI (Studio Art Centers International di Firenze), nel Museo del Castello e della Città di Piombino, nel Torrione-Museo di Margherita di Savoia, in Palazzo Granafei Nervegna di Brindisi.

Le sue opere sono entrate a far parte di varie raccolte qualificate, dalla collezione Palli di Prato, nell’ archivio del Museo Ideale Leonardo Da Vinci, alla Fondazione di Rossana e Carlo Pedretti (direttore dell’Armand Hammer Center for Leonardo Studies dell’Università di California).

Dal punto di vista artistico e da quello contenutistico il livello proposto è di prominente validità, ed è già costruente nell’orbita dell’arte contemporanea a comporre un’ estremo interesse collezionistico.

In progetto una mostra-evento con la realizzazione di un ragionato-catalogo, libro generale in grande formato che raccoglierà immagini di circa 500 opere di pittura, scultura e grafica, fotografate da Aurelio Amendola, con testi di Vittorio Sgarbi, Alessandro Vezzosi e altri storici e critici d’arte di chiara fama, con il titolo orientativo “ Il DNA visivo della Gioconda “.

Caro Franco

Mi son divorato i tuoi cataloghi di esperienza stanotte….che bel mangiare per la mente. Grazie Poesia pura!!!!

Ho percepito che il porre scompensi e smagliature all’idea ci accumunava, ecco perché ti scrivo…. percorsi differenti, lontani, prossimi, apparentemente simili, ma ben lontani ed entusiasmanti. Deserti non aridi bensì spazi viventi(come dici tu) l’impronta che lascia segno nella materia, la pressione, la qualità del vuoto…..tutte cose che per me presero senso nell’aria….nello spazio scenico….il limite che da l’impronta di un corpo in movimento…lo spostamento ideale dello spazio e così il suo “rovescio”…”un altrove”

La ricerca di domande…sublime sviluppo dell’idea….dell’arte qualunque essa sia. E il suo ribaltamento.

La tua ricerca del “momento genetico”..affascina …..e mi da corpo per altre problematiche.

E Quando arrivi alla linea di fermo…ecco!!!!…..”le lontane similitudini”….si presentano!

Ti unisco uno scritto in merito “il contrappunto” riflessioni sulla genetica teatrale? Forse.

Mi vien da pensare se alla luce di tutti i mutamenti derivati dall’avvento della tecnica, computer ecc, insomma….(che quando hai iniziato erano ben lontani)….ti sia mai venuto in mente di rifare un percorso a ritroso servendoti dei nuovi mezzi.. per confrontare i punti di vista e ancor piu senso alla tua ricerca. Le tue teorie di scomposizione/composizione potrebbero essere nuovamente filtrate da un “aiuto” tecnico e riverificate oggi su piani che a suo tempo ti erano oscuri.

Il percorso che fai mi è assolutamente ben chiaro, lo è forse piu poeticamente e idealmente, che non pratico….gli esempi e gli arrivi concettuali che proponi , quando prendono forma visiva, credo che perdano la loro efficacia primaria, poetica anche se ben mantengono la loro forza esplicativa. Sappiamo che quando si da forma ad una idea abbiamo solo un limite, siamo umani e limitati anche se possiamo percepire il NON-LIMITE….L’ALTROVE

Mi vien da azzardare ..e sorrido…che forse Leonardo stesso dia alla Gioconda il compito di essere il DNA dell’arte…..un’equazione semplice….il DNA sta all’uomo come la Gioconda sta all’arte, o meglio al pensiero artistico. Ma che a sua volta abbia in se un DNA un codice ideale…un simbolo ideale…una linea di fermo la fa divenire ancora piu affascinante illimitata e illimitate.

La Gioconda come codice segreto … mutante…. che va da un’espressione artistica ad un’altra….un momento genetico insomma.

Sicuramente la necessità del non prendersi sul serio fa parte del nostro DNA e fa si che esista la peosia, altrimenti la curiosità dall’altro …della scoperta..della ricerca cadrebbero di botto.

Certezza o inquietudine????? Meglio entrambe in bilico!!!!

Claudio Cinelli
13 Settembre 2009


Il profilo genetico della Gioconda

un’innovativa applicazione al per la raffigurazione del segno di riconoscimento

Il DNA-Visivo

un’innovativa applicazione al per la raffigurazione del segno di riconoscimento

‘… il  (“DNA – Visivo”) è fondamentale come codice espressivo e generativo connesso ad una “mitica” opera d’arte, una significativa ed emblematica rappresentazione a comunicare in arte un elemento di riconoscibilità, traendo una cifra di universalità come contenitore di anima a scaturire una compositiva creativa astraente, una rituale metodologia infinita di codifica ad assemblaggio…‘

Il “ DNA-Visivo” è concepito nel 1971 dal maestro Franco Fossi come un’innovativa applicazione al < simbolo > per la raffigurazione del segno di riconoscimento.

La ricerca che va tutt’ora sviluppando è una approfondita e astraente configurazione sull’ opera della “ Gioconda ” di Leonardo da Vinci, trasformando l’icona del mito in alfabeto arcano di “ moduli, nuclei, atomi e microchip fino alla clonazione in variazioni di morfogenesi.

Nel 1974 teorizza il concetto del dna-visivo come (“ Simbolo- Struttura Attiva”) intellettualmente basata sulla ricerca intima, concatenante costruzione di sviluppo sistemico –“infinito” derivante unico dalla medesima opera prima, il < Simbolo > un’impronta intellettiva del “comporre“ definito il (“DNA-Visivo“) in un’ attivo “contenitore di anima ” a sviluppare qualsiasi variazione creativa .

Questa estensione della cifra, combinato su altre mitiche opere d’arte diventano un sistematico e strutturato percorso del  “dna-visivo” una traccia intellettiva del contenitore di anima e nel 1987 Fossi abbozza alcuni disegni riferiti alle “ mitiche “ sculture di Michelangelo il “ Giuliano dei Medici “ e ” l’Aurora”,  accennando così una fase embrionale nell’ avvio allo sviluppo ( sistemico-attivo ) per la rivelazione del dna-visivo.

‘. . . un vasto processo di feed-back, dove ogni tappa nutre e incrementa le altre . . .’ ( Massimo Mori )


Approfondimenti – DNA visivo della Gioconda

… la cifra-logo del “DNA-Visivo” è il (“Super-Simbolo”, contenitore di anima).

FRANCO FOSSI , nato a Empoli nel 1955, fin dal 1971-72 lavora nell’orbita della contemporaneità del passato nel presente, con un soggetto-matrice dominante :  la “ Gioconda “.  Con questo riferimento  emblematico e metodologico, ha realizzato un gran numero di opere ( disegni,  pitture, sculture ),  ma spesso senza,  esporle,  per  quella  “ clandestinità “ che Marco Hagge  ha analizzato in parallelo al  suo lavoro  di  video-cinematografico .  Rare quindi  le esegesi  critiche ( da  Vittorio Sgarbi   a Luigi  Meneghelli ) e  le mostre antologiche,  come quella di Verona 2006 :  “ Sotto il segno della Gioconda.   L’ origine oltre il visivo 1972 – 1990  “. Raggiungimento nel 2009 da importanti istituzioni con acquisizione  di alcune opere dal ( Museo Ideale  Leonardo  Da  Vinci ).

La sua ricerca  sul  “  DNA visivo della Gioconda  “  è un’intuizione originale,  innovativa e anticipatrice.  Poiché l’opera d’arte è fatta di segni  in quanto  elementi  di riconoscibilità , la ricerca di un  “  Dna-Visivo  “  è fondamentale come codice espressivo e generativo,  che trasforma l’icona simbolica della Gioconda  in  alfabeto  arcano di  “  moduli,  nuclei,  atomi,  microchip  “  in una continuità rituale e creativa,  astraente,  fino alla clonazione in variazioni di morfogenesi .

. . . la cifra-logo, del “ DNA-Visivo “ è il ( “ Super-Simbolo “, contenitore di anima ).

Approfondimenti scientifici


BIO-VITALISMO della VISIONE

Le immagini della percezione visiva trovano una originale spiegazione
qualitativa nell’ attivita biologica dell’ Entanglement Fotonico .

Vedi la Figura relativa alla elaborazione cerebrale della percezione
in :– http://www.edscuola.it/archivio/lre/INTRODUZIONE_BIOVITALISMO.pdf

Il meccanicismo separando arbitrariamente l’osservato dall’ osservatore non si preoccupa minimamente di spiegare come percepiamo con immediatezza e simultaneamente creando la costruzione cerebrale della visione. Per ovviare a tale limitazione della scienza meccanica  cercheremo di vedere come dice Nietzsche di osservare la scienza sotto l’ ottica qualitativa dell’ artista.

I fotoni dal momento che attraversano il cristallino che e’ convesso,  non hanno piu alcuna possibilita di uscire dal bulbo oculare, e pertanto vengono rallentati dalla sostanza vitrea ed una gran parte di  essi che non vengono  focalizzati sulla retina vengono invece  intrappolati nel tessuto fibroso stratificato delle cornea che si  rinnova giornalmente.

Pertanto i fotoni catturati dalla cornea attivano l’ effetto di  Entanglement quantistico, formando campi fotonici caratterizzati da  specifiche frequenze di oscillazione stazionaria, comunicabili a  distanza. Tali frequenze per risonanza vengono recepite dai Neuroni Mirror  localizzati nell’ area temporale,  e pertanto  si ipotizza che alcune  informazioni vengano trasmesse simultaneamente  in forma “empatica” al  talamo,come impulsi necessari per attivare le importanti effetti  emotive correlate alla percezione, mentre altre vengano trasmesse , in  una forma similare alla “telepatia”, alle aree temporali ed occipitali  attraverso il chiasma dei nervi ottici.
Tale ipotesi sommariamente qui sintetizzata, e’ necessaria a dare una  spiegazione alla immediatezza nel tempo e simultaneita nello spazio ,  con cui percepiamo effettivamente le dinamiche del mondo che ci  circonda , ed essa potra’ in seguito , dare adito ad una ricerca sulle  applicazioni Bio-vitalistiche dell’ Entanglement Quantistico capaci di  superare le vecchie modalita meccaniche di intendere le scienze della  vita che limitano al DNA-nucleare la capacita di includere la  informazione genetica.

Prof. Paolo Manzelli 
03/NOV/2010 Firenze

 

Il DNA-Visivo

un’innovativa applicazione al per la raffigurazione del segno di riconoscimento

‘… il  (“DNA – Visivo”) è fondamentale come codice espressivo e generativo connesso ad una “mitica” opera d’arte, una significativa ed emblematica rappresentazione a comunicare in arte un elemento di riconoscibilità, traendo una cifra di universalità come contenitore di anima a scaturire una compositiva creativa astraente, una rituale metodologia infinita di codifica ad assemblaggio…‘

Il “ DNA-Visivo” è concepito nel 1971 dal maestro Franco Fossi come un’innovativa applicazione al < simbolo > per la raffigurazione del segno di riconoscimento.

La ricerca che va tutt’ora sviluppando è una approfondita e astraente configurazione sull’ opera della “ Gioconda ” di Leonardo da Vinci, trasformando l’icona del mito in alfabeto arcano di “ moduli, nuclei, atomi e microchip fino alla clonazione in variazioni di morfogenesi.

Nel 1974 teorizza il concetto del dna-visivo come (“ Simbolo- Struttura Attiva”) intellettualmente basata sulla ricerca intima, concatenante costruzione di sviluppo sistemico –“infinito” derivante unico dalla medesima opera prima, il < Simbolo > un’impronta intellettiva del “comporre“ definito il (“DNA-Visivo“) in un’ attivo “contenitore di anima ” a sviluppare qualsiasi variazione creativa .

Questa estensione della cifra, combinato su altre mitiche opere d’arte diventano un sistematico e strutturato percorso del  “dna-visivo” una traccia intellettiva del contenitore di anima e nel 1987 Fossi abbozza alcuni disegni riferiti alle “ mitiche “ sculture di Michelangelo il “ Giuliano dei Medici “ e ” l’Aurora”,  accennando così una fase embrionale nell’ avvio allo sviluppo ( sistemico-attivo ) per la rivelazione del dna-visivo.

‘. . . un vasto processo di feed-back, dove ogni tappa nutre e incrementa le altre . . .’ ( Massimo Mori )