Funge da collante per le parti infinitesimali dello ‘spazio’ e del ‘tempo’, sempre in stretta connessione testuale e contestuale fra loro, in un movimento perenne che anima la poetica personale in cerca del fondamento emotivo che l’Arte esprime.
Si tratta del varco a metà strada fra la figurazione e l’astrazione:
l’emotività che colore e segno donano alla tela, componendosi in strutture riconoscibili o meno della coscienza.
Il DNA Visivo di Fossi è in se stesso una pulsione di vita che genera e rigenera nell’alto di manifestarsi: si espande e allo stesso modo diviene sintesi dall’alto valore generativo, come se fra primitività e contemporaneità non vi siano limiti di durata, ma solo un attimo, l’istante preciso in cui la ‘sintassi del pensiero’ prende forma e si staglia sul supporto, imprimendo una traccia memoriale destinata a perdurare.
Nell’assenza di tempo e di possibilità precostituite si annullano le inferenze e giungere a conclusioni è per l’artista impossibile: la spazialità diviene una vastità infinita in cui continuare a combinare i moduli midollari dati dal DNA Visivo, i quali via via si muovono come battiti solitari che riecheggiano nel vuoto della tela, invocandone a sua volta altri per crescita esponenziale di intensità.
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Testo- Recupero dalla collezione galleria Mirabili – Formitalia.
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